Come sapete sono un felice possessore della RC500 (link a una mia recensione) e da qualche tempo seguo con attenzione il mondo della bicicletta perchè mi ci sono appassionato: è successo prima di questa maledetta pandemia, ma vi assicuro che per me la bici è stata un vero aiuto.
Sono sicuro che lo è stata anche per molti di voi che magari praticavano il ciclismo già prima, per quelli che hanno scoperto questo sport nelle sue forme in questo anno, e sono sicuro che la bicicletta possa essere una bella cosa per molte più persone. Non solo per fare sport, ma anche per l’uso quotidiano: non è un mezzo per tutti, ma per tanti sì, e andare in bici anche solo per fare una piccola commissione o per recarsi al lavoro è più divertente che farlo in auto (se si può, ovvio; se abitate tanto distanti dal lavoro è un peccato).
Quindi seguo le nuove uscite e seguo in particolare le uscite di case che permettano a più persone possibile di avvicinarsi al ciclismo in tutte le sue forme. Una bici che mi sembra molto molto interessante è la GRVL 520 Subcompact (questo il link alla pagina dove potete verificarne le caratteristiche) perchè ha alcuni aspetti da tuttofare associati al solito basso prezzo Decathlon e poi è una gravel, che in questo periodo va di gran moda.
Ve la racconto con gli occhi di uno che non è un tecnico ma che in questi anni ha cominciato a capirci qualcosa di biciclette. Non vi faccio una scheda tecnica completa ma semplicemente cerco di darvi una serie di impressioni, puntando il ditino sulle cose notevoli (e su quelle meno notevoli) che presenta questo mezzo. Pronti? Via, cominciamo con il termine “subcompact” e poi andiamo avanti.
Una gravel Subcompact
Avete dato un’occhiata al mio articolo sui rapporti per il cicloturismo e il ciclismo? Beh, se non siete ferrati e vi va fatelo, è un argomento interessante perchè quella serie di ingranaggi posti sul mozzo della ruota posteriore e sull’asse dei pedali sono il cuore della vostra bici.
Da quando ci sono le gravel i costruttori hanno teso a una sorta di conversione verso le MTB. Irrobustimento, addirittura la forcella anteriore ammortizzata e… il monocorona! Cioè un singolo “ingranaggio” (sarà questo il termine più adatto? Probabilmente no) all’anteriore. Perché così la bici è più leggera, non devi montare il deragliatore e così via.
Bella idea. Ma in questo modo devi montare tanti rapporti dietro, e aumentano i costi. E poi su strada il monocorona secondo me non funziona poi così tanto bene, perchè ci sono salti di rapporto che non mi sembrano così sensati. Ok, c’è il vantaggio che quello che non hai non lo rompi, ma insomma…
Ecco qui l’invenzione dell’acqua calda: mettiamo due corone nella guarnitura, così siamo più comodi. Brava Decathlon! Ho deciso di parlare di questa specifica bici (c’è pure quella monocorona, che vi credevate?) proprio per questo specifico motivo.
È una Praxis Works Alba 48/32, e secondo me è un’ottima scelta per una rapportatura universale. Si tolgono due denti rispetto alla classica compact, e questo vuol dire un pelo più di agilità nel viaggiare anche con carichi e su salite più impegnative. Direi una decisione molto oculata per chi non ha gambe di acciaio, vuole godersi i suoi giri e magari gira in modalità bikepacking. L’ho già detto bravi ingegneri del Deca???
La guarnitura è in alluminio 7075, quindi buono, e come geometrie da quello che posso vedere funziona molto bene con il resto della trasmissione, che come per la RC520 è Shimano 105. Il che vuol dire cambiate silenziose e molto rapide (ve lo dico io che ho un umile cambio Sora) e vuol dire che questa guarnitura è adattata bene alle necessità di Shimano; questa casa comunque è un produttore universale, quindi decide gli standard e adeguarcisi deve essere un piacere per gli altri produttori.
Sempre rimanendo in tema dietro c’è un bell’11-34 a 10 velocità, ottimo perchè il rapporto più leggero sarà un 32-34 che vi permetterà di reggere in agilità anche salite ben dentro la doppia cifra. Il difetto? Beh, se volete correre in discesa frullerete un pelo di più, ma non lo vedo un problema perchè questa non è una bici per chi vuole andare a rotta di collo.
Piccola chicca per gli appassionati di queste cose: la bici monta un deragliatore posteriore con tecnologia Shadow di Shimano, che è una bella cosa.
In pratica è un deragliatore leggermente più sottile della media, e quindi sporge meno rispetto all’ampiezza del telaio e quindi se beccate una roccia in un passaggio stretto c’è meno rischio che lo rompiate.
In più le molle di tensionamento del deragliatore (sul corpo e sulla gabbia) sono molto più dure di quelle normali, e quindi tengono la catena più in tensione evitando cadute accidentali nei momenti in cui siete su terreni più sconnessi.
Non è un qualcosa che cambia la vita, ma è una piccola chicca piacevole, appunto.
Il telaio della GRVL520 del 2021 è nuovo
Bello questo telaio, un bel bordeaux che si scosta dal solito colore opaco delle gravel: la GRVL 520 Subcompact è bella lucida, e ha un telaio nuovo rispetto a quello degli scorsi anni.
Rispetto al telaio delle RC500 ed RC520 abbiamo delle geometrie leggermente diverse, con un tubo orizzontale che è un po’ più inclinato, con il carro posteriore leggermente più corto. L’attacco manubrio ha inclinazione positiva, quindi più alta rispetto al tubo sterzo: una comodità in più per chi non è molto flessibile di schiena, forse avrei preferito il design vecchio, anche solo per una pura questione estetica (ma chissene, direte voi).
Per il resto finalmente attacchi flat mount per i freni idromeccanici ( sulla mia RC500 sono uno flat e uno no, ci vuole un adattatore) e tubi che più o meno sono sempre gli stessi.
La differenza però la troviamo nel passaggio ruote! Gli appassionati dei copertononi – neologismo molto tecnico – saranno contenti: se decidono di equipaggiare la loro GRVL 520 Subcompact con ruote da 650 potranno avere dei copertoni con sezione da 47mm. Praticamente mountain bike.
Io sinceramente non sono entusiasta di questa cosa, mi bastano quelli che ho montato sulla mia (qui una prova) ma capisco che ci possono essere persone che vogliono sezioni maggiorate e con questo nuovo modello le avranno.
La forcella è il solito misto alluminio-carbonio, con i foderi in quest’ultimo materiale, e da quello che riesco a capire ne hanno migliorato la rigidità: con la mia RC500 bisogna stare un pelo attenti a giocare sui serraggi dello sgancio rapido per non sentire le flessioni della forcella quando ci si butta sui pedali. Niente di grave, non stiamo parlando di bici da corsa ultrarigide…
E il resto
Per il resto mi pare che siamo sul classico: la sella a me piace un sacco, è davvero comoda senza essere grossa, il manubrio è il classico da gravel con passo 44cm sulla misura M, che va bene anche per le borse da bikepacking, i copertoni sono degli Hutchinson Touareg da 40mm di cui ho sentito parlare bene, tubeless ready con rinforzo interno antiforatura e pressione minima di 2.5 bar. Ci starete comodi.
Le ruote che forse erano il vero punto debole della vecchia serie RC sembra siano state migliorate, non pesano troppo (2.15kg senza quick release) ma non sono nemmeno campionesse di leggerezza: giusto per dei pezzi che su un mezzo del genere devono essere soprattutto ROBUSTI.
Freni buoni, li conosco di prima mano e fanno bene il loro dovere senza le complicazioni dei freni idraulici (spurgo? Per ora non ce n’è stato bisogno) ma con una buona potenza e la comodità di pastiglie che pinzano da entrambi i lati e che si auto-aggiustano alla corretta distanza dal disco man mano che si usurano.
In conclusione?
In conclusione io credo che con questa bici Decathlon si candidi a fare di nuovo centro, soprattutto a questo prezzo, soprattutto guardando a quello che c’è in giro di disponibile al momento. Se siete taglia L, nel momento in cui scrivo ce ne sono di disponibili, io un pensiero ce lo farei.
Non so se sarò in grado di fare una recensione della GRVL 520 2021 (difficile, perché non sono ricco e la bici ce l’ho già; casomai Decathlon avesse bisogno di un tester…) ma vista da lontano, dallo schermo, sembra una gran bella bici che non esiterei a comprare, perchè ho quella che si potrebbe considerare la cugina più vecchia e le voglio bene.
Se decidete di prenderla fatemi sapere, sono curioso di sentire le vostre impressioni!
ACQUISTATA LA VERSIONE MONOCORONA CAMBIO APEX TAGLIA L.
SONO ABBASTANZA SODDISFATTO, MA :
1- RITIRATA GIA’ ASSEMBLATA E ALCUNE REGOLAZIONI (CAMBIO, DISCHI FRENI) SONO STATE DA REIMPOSTARE
2- ENTRAMBI I MOZZI SEMBRANO NON ESSERE CENTRATI E IL POSTERIORE SFERRAGLIA PURE
3- TUBO FORCELLA CON RAGNETTO: SCELTA INFELICE IN VISTA DI EVENTUALE ACCORCIAMENTO TUBO. MOLTO MEGLIO UN EXPANDER
4- MANUBRIO TROPPO LARGO E PROFONDO
5- ATTACCO MANUBRIO TROPPO CORTO: UNA LUNGHEZZA DI 9 CM PER UNA TAGLIA L E’ SEMPLICEMENTE SBAGLIATA A MENO DI NON CONCEPIRE LA BICI PER UN UN UTILIZZO ESCLUSIVAMENTE CICLOTURISTICO. PER UNA TAGLIA L SI RICHIEDE MINIMO UN ATTACCO DA 11 CM
6- SELLA DA RIVEDERE: D’ACCORDO, SIAMO NELL’AMBITO DELL’IPER-SOGGETTIVO, MA QUALCOSA DI MEGLIO SAREBBE AUSPICABILE
7- REGGISELLA : UN MODELLO A DOPPIA VITE PER REGOLAZIONE PIU’ FINE SAREBBE MEGLIO
NON CREDO CHE CON GLI INTERVENTI SUGGERITI IL PREZZO SALIREBBE DI MOLTO
Grazie per l’opinione, su alcuni punti sono perplesso, tipo i mozzi non centrati! Io andrei subito a rompere le scatole a quelli del Deca, non è possibile una cosa del genere… Sul montaggio invece purtroppo l’ho già detto, quando compri da loro devi metterlo in conto.
Su altre cose invece secondo me bisogna fare il ragionamento che questa azienda sceglie cose semplici e pensate per un pubblico generalista: alla fine è una bici da mille euro, che non sono pochi ma rispetto ai prezzi che girano sono pochi, quindi Decathlon pensa – secondo me – che questa è una prima bici per chi vuole avventurarsi nel mondo gravel e quindi ecco l’attacco manubrio leggermente corto (che ci sta se la vedi come una bici ibrida tra ciclismo e cicloturismo), ecco la sella abbastanza comoda (che a me piace, è proprio centrata per come la vedo io su questo tipo di bici).
Per quanto riguarda infine il manubrio, anche secondo me non è che serva così largo, anzi dà pure fastidio se non hai le spalle larghe, ma non hai idea di quanta gente vedo con ‘sto manubrione. È una moda, ha senso per metterci in mezzo una borsa, altrimenti boh.
Hai in ogni caso una buona base e se sei un ciclista più smaliziato poi puoi metterci mano e sistemare qualche piccolo dettaglio spendendo comunque meno che su marchi più blasonati.
Comunque davvero grazie per il parere, se poi vuoi dire qualche impressione in più in futuro sono contento.
Ottima recensione, vorrei prendermi una bici “accettabile” per iniziare, con questa mi riterrei già fuori dal budget preposto, rimane comunque un’articolo molto interessante.
Unico neo è il periodo, ormai i mezzi sono diventati davvero difficili da trovare, partendo dalle entry level ed alzandosi man mano. Speriamo tornino le scorte
Dipende anche da quello che vuoi farci, ma comunque ci sono ad esempio le RC500 (questa qui, leggi anche la mia recensione) o le 520 che non sono male, considera che adesso dovrebbe pure uscire una nuova versione con le ruote un po’ migliori. Ecco, quelle sono il tallone di Achille di questi modelli.
Non ho guardato di recente, comunque l’unica soluzione per il problema della disponibilità, se vuoi comprare da Deca, è di controllare ogni tanto perché spesso riassortiscono le scorte e trovi qualche pezzo. È veramente un problema in questo periodo, comunque, e ancora più problematico è trovare i ricambi!
Ciao!
io ho ordinato la GRVL 520 Donna (che avendo la “doppia” davanti sembra il corrispettivo della Subcompact da uomo) per la mia compagna. Non vedo l’ora di vederla pronta per la prima uscita (e di vedere la faccia di lei quando gliela farò trovare in soggiorno infiocchettata….!!!). Io invece sono un felice possessore di una Triban EDR AF Ultegra che devo dire essere veramente uno spettacolo a livello di componenti, sempre in relazione ai prezzi che si trovano guardando a case blasonate. Solo considerando il gruppo completo Ultegra e le Ruote ci si avvicina quasi al prezzo della bici intera (1300€ quando l’ho acquistata io a novembre 2020, ora maggiorato di 100€). Unico neo secondo me i freni a pinza (anche se sempre Ultegra) laddove a mio gusto avrei preferito i dischi… Ma davvero per il prezzo non posso che ritenermi soddisfatto. Secondo me Decathlon potrebbe migliorare di molto il feeling con chi fa ciclismo (anche solo amatoriale) curando un po’ di più la formazione degli addetti ai laboratori. Grazie della bella recensione!
Eh caspita Marco, quanto hai ragione! Purtroppo credo che per come è fatta Decathlon sia difficile che migliorino il reparto meccanica. O forse è meglio, sennò i meccanici piccoli non lavorano più.
ciao
ho fatto un paragone con un sito per calcolare lo sviluppo metrico.
Sicuro che cambia tanto tra mono e doppia corona?
con la doppia (ipotetica ruota 700/40) = 2071 cm
con il monocorona, stessa ruota, 2095…
sbaglio?
perche’ dici che con la subcompact si possono fare salite toste= non è identica al monocorona??)
Ciao Riccardo, mi sono riletto velocemente il pezzo (ah, scusami se non ho risposto subito ma non è arrivata la notifica del commento!) e non sono sicuro di avere confrontato mono e doppia da quel punto di vista. O almeno non ho visto il passaggio che dici.
Mi sono riferito invece al fatto che la subcompact con corone 48-32 permette “un pelo più di agilità” rispetto alla compact che è classicamente 50-34.
Poi come forse dicevo altrove la monocorona mi piace di meno perchè non mi sembra geniale dal punto di vista della gestione dei rapporti: non so te ma io quando pedalo trovo magari una frequenza comoda e mi piace mantenerla anche a differenti pendenze. Ovvio che se hai qualche rapporto in più lo puoi fare con più facilità, e la monocorona questo te lo permette un po’ meno a meno che ci monti una cassetta da 12 (o 13? forse ci sono arrivati) che costa un occhio e che vuole catena leggera da cambiare più spesso, attrezzi specifici e così via… Insomma secondo me – e sottolineo il secondo me – non la scelta migliore per bici da viaggio e non da prestazione estrema.