Sembrerà una cosa da nerd, mettersi a parlare di gruppi, ma secondo me in questa occasione ne vale la pena perchè quella di cui vi sto per raccontare è una novità davvero interessante e in controtendenza, e perchè mi dà anche l’occasione di raccontare un minimo cosa ne penso di tutto quello che sta uscendo intorno al mondo della bici (ma ne parlo un minimo, non voglio annoiarvi!).
Intanto direi di cominciare a fare una descrizione sommaria del gruppo, e poi andiamo avanti con il resto.
I dettagli tecnici del gruppo Microshift Sword
Prima di cominciare bisogna spiegare cos’è un gruppo, per chi magari non è esperto: un gruppo è l’insieme dei comandi freno e cambio, dei deragliatori (quei meccanismi che cambiano la marcia), dei meccanismi per il blocco delle ruote (per gli amici, i freni), della guarnitura, del pacco pignoni… In pratica stiamo parlando delle parti meccaniche in movimento della bicicletta, quelle che la fanno spostare e decidono con che velocità bisogna spostarsi. Per farla molto semplice.
Ora uno penserà: ma sì, alla fine è tutto uguale… I pedali, gli ingranaggi, il freno. E che sarà mai?
Eh no! In queste cose c’è tutta la differenza possibile! Innanzitutto perchè in anni e anni di sviluppo i gruppi si sono diversificati, come animali strani sotto la spinta della pressione evolutiva operata dai ciclisti che man mano sono diventati esigenti e hanno chiesto cose diverse. E poi perchè anche solo nelle specifiche, nei piccoli numeri, le cose possono cambiare molto. Facciamo un esempio: la guarnitura può essere singola doppia o tripla, può essere composta da un 50-34 (numero dei denti delle due corone) o da un 46-29 (come in un caso di questo gruppo Microshift), o da un singolo ingranaggio da 36 denti, e così via, e questo farà differenza nella possibilità di usare la bicicletta in certe condizioni o in altre.
Applicate questa ricchezza di opzioni a tutti i componenti di cui sopra, e avrete un’idea dell’ampiezza di scelta possibile.
Qui mi sembra che Microshift abbia fatto una serie di scelte interessanti, che possono essere sensate per tante persone diverse. Le analizzo una per una.
- 1x o 2x
Qui hanno dato l’opzione di avere una doppia corona all’anteriore, o una singola. Non sono un grande fan del monocorona, come forse ho già detto, ma può essere interessante per chi è dell’idea. E poi diciamocelo, è una cosa che va di moda e non potevano rimanere giù da questo treno.
Interessantissime per un cicloviaggiatore le rapportature: la più “leggera” è un 46-29 che messa assieme al 38 massimo del pacco pignoni permettono di salire ovunque (parliamo di uno 0.76) - Guarnitura
Mi piace perchè hanno deciso di avere una spaziatura che permetta di passare dal singolo al doppio rapporto, e poi essendo larga permette di avere tante combinazioni diverse anche “aftermarket”. Per essere chiari: è una scelta di flessibilità, potete montare corone diverse facilmente - Leve freno
Aspettando l’arrivo di leve (o interi gruppi!) MTB su questa stessa linea di pensiero, ecco delle leve abbastanza ben fatte, con comandi cambio integrati e che non danno fastidio (anche se preferisco il metodo Shimano, ormai sono abituato a quelli) e che sono pensate per essere usate con freni comandati meccanicamente: so che mi attirerò qualche critica e farò alzare qualche sopracciglio, ma per me dei freni a disco meccanici (meglio se idromeccanici, come questi Hy/Rd che ho deciso di usare all’anteriore sulla mia bici) sono ottimi per viaggiare. Sono un po’ più potenti dei V-Brake, si regolano altrettanto facilmente, costano meno, se si rompono cambi un cavo in acciaio e sei a posto. Cambiare un cavo idraulico con tutto l’olio che ti va sul disco… Boh, non capisco il senso, in viaggio - Sezione del cambio posteriore
Parliamo di deragliatore e pacco pignoni assieme. Microshift ha scelto una rapportatura molto ampia, 11-38 per il pacco pignoni dedicato alla doppia rapportatura, e il deragliatole copre un salto di rapporti ampio. Così si può montare un po’ di tutto.
In più c’è un meccanismo di blocco della molla, che vi permette di lavorare sulla catena in modo più facile: ottimo, e di solito sui gruppi di livello più basso questa cosa non si trova così facilmente
Per chi è il Microshift Sword?
Fatte queste poche considerazioni tecniche, direi che si capisce bene a chi è rivolto questo gruppo. Manca un particolare, però: il prezzo. Ho fatto un breve calcolo dei costi dei singoli componenti, e stiamo sotto i 400€. Credo che alla fine, a un produttore, il tutto costerà sotto i 300€.
Ciò vuol dire che il Microshift Sword potrebbe equipaggiare un sacco di bici “economiche”, con prezzo totale intorno ai 1000€, in tutta tranquillità e offrendo quello che serve davvero a chi va in bici per divertirsi e fare qualche bel viaggio.
Chi potrebbe essere interessato a tutta questa storia, insomma? Beh, direi le persone come me che prendono la bici come un mezzo di trasporto per tutti i giorni, ma da usare anche in varie condizioni, per fare viaggi o per giri brevi. Non si tratta di un gruppo dalle altissime prestazioni, con il meglio dei ritrovati della tecnologia (niente comandi elettronici, niente 13 velocità, figuriamoci), ma che è pensato per essere robusto, affidabile, e però allo stesso tempo è esteticamente bello. Per quelli a cui interessano queste cose.
In più c’è un altro insieme di persone a cui questo gruppo potrebbe interessare: quelli a cui piace pasticciare con le vecchie biciclette. Immaginate di avere una MTB anni ’90, con il suo bel telaio in acciaio, forcella rigida, freni cantilever, ruote da 26… Ora, potreste spogliarla di quasi tutto, metterle un manubrio da corsa, questo Microshift Sword, e farla diventare una quasi-gravel comoda e stilosa. Io ci sto pensando, vediamo quando sarà facilmente disponibile e saranno scesi un po’ i prezzi.
E gli altri?
Ci sono un bel po’ di altri costruttori di gruppi, ma molti si stanno dirigendo su una strada diversa da quella di Microshift: Shimano e SRAM puntano evidentemente sui cambi elettronici e sui freni a disco idraulici (quindi non compatibili con le vecchie pinze freno al cerchio). A me questa cosa non interessa né piace: se si fa ciclismo di base certe complicazioni non sono necessarie e aumentano solo il prezzo delle bici, che sono nate per essere un mezzo di trasporto economico, mica delle centrali nucleari! La buona notizia è che Shimano sta per far uscire una serie chiamata CUES – qui qualche informazione dalla casa – che dovrebbe essere economica e senza fronzoli, fino a 11 velocità. Vedremo.
In più ci sono i vari produttori alternativi, che ora si trovano nella posizione in cui Microshift si trovava solo un paio di anni fa: l’azienda si è fatta il suo spazietto nel momento in cui i produttori di telai erano “affamati” di componenti per il montaggio, e ora è vista un po’ meglio. I vari Sensah – ecco la pagina dello store ufficiale su Aliexpress – e compagnia stanno cominciando a proporre cose molto interessanti e a prezzi molto competitivi, anche più bassi di quelli di Microshift, ma hanno bisogno di farsi un nome e magari di cominciare a pensare a una rete di distribuzione in Europa, per fare davvero il salto.
Insomma, direi che siamo in una buona posizione se abbiamo bisogno di cambiare componenti a un telaio, oppure se cerchiamo una bici nuova senza grandissime pretese e senza pagare le migliaia di euro che sembrano indispensabili per pedalare in allegria… E se non ci serve niente di tutto questo, è sempre interessante vedere questi aggeggi.