Sembra logico usare la lana in tutte le condizioni in cui ci si deve proteggere dal freddo, ma noi che andiamo in montagna ce ne siamo un po’ dimenticati, anche per dei buoni motivi.
La tecnologia dei materiali è riuscita a realizzare delle fibre sintetiche molto buone che tengono caldo ma assicurano anche una buona traspirazione, e hanno sostituito egregiamente i materiali naturali.
Però la lana (e specialmente alcuni tipi di lana) sta tornando alla ribalta e sempre più marchi propongono intimo e in generale abiti in lana per il trekking. Ho quindi voluto fare un po’ di ricerche e proporvele in questo articolo: l’inverno sta arrivando e ho anche io bisogno di rinnovare il mio vestiario per le basse temperature!
Vantaggi e svantaggi della lana in montagna
Come per tutti i materiali ci sono svantaggi e svantaggi nell’uso della lana come materiale tecnico per il trekking e in generale l’uso in montagna per ripararsi dal freddo.
Partendo dai vantaggi possiamo dire che la lana ha una struttura microscopica molto particolare, che cattura l’aria e la intrappola a contatto con il corpo: è una questione che dipende dalla struttura delle fibre, molto intrecciate tra loro (in effetti il feltro è un’estremizzazione di questo concetto).
In più la lana trattiene molto bene l’umidità senza rilasciarla gradualmente: della normale lana non trattata in modo particolare riesce a trattenere il 25-30% del suo peso in acqua e nel farlo non perde le sue capacità di isolamento. È una cosa piuttosto incredibile, ma anche ovvia: in fin dei conti le pecore devono stare parecchio tempo al freddo con qualsiasi condizione.
Altra caratteristica importante che si accompagna a queste è il fatto che la lana è antibatterica: in pratica non è un ambiente favorevole per la crescita dei batteri, e questo non fa per niente male (anche perché è un vantaggio che non condivide con i materiali sintetici, che spesso finiscono per puzzare un sacco proprio perché fanno proliferare i batteri).
Passando invece agli svantaggi, la lana ne ha qualcuno importante (anche se poi ci sono dei tipi di lana particolari): primo tra tutti il costo, ma anche il peso, la lavorabilità e il fatto che irrita la pelle.
Si sa che quando i materiali sintetici diventano di uso comune e la loro produzione diventa industriale, i costi (almeno quelli materiali, poi ci sono quelli ecologici!) diminuiscono. Il poliestere costa meno della lana, e quando si è cominciato a usarlo per realizzare il pile, il periodo d’oro della lana come materiale tecnico è finito.
Poi c’è il discorso del peso: la lana normale pesa di più rispetto alle fibre sintetiche, e in più non è idrofobica (cioè non respinge l’acqua) ma anzi ingloba l’umidità come dicevo prima. Questo aumenta ancora di più il suo peso.
Ultimo aspetto svantaggioso della lana è il fatto che è un po’ irritante per alcune persone. Può non sembrare un problema, ma per chi ha la pelle delicata certamente lo è.
E poi arriva la lana merino
Insomma, tra una cosa e l’altra la lana è finita nel dimenticatoio, e chi va in montagna fino a qualche tempo fa non avrebbe mai preso in considerazione l’idea di usare dell’abbigliamento in lana per trekking o altro (a parte i matti come me, ma questo è un altro discorso).
Poi però qualcuno ha scoperto la lana merino, una lana leggera, con fibre sottilissime e allo stesso tempo con tutte le grandi qualità di una fibra naturale come la lana.
Oggi la lana merino è usatissima per l’intimo tecnico. Vi ho già parlato di intimo tecnico da montagna ma questa volta voglio darvi un consiglio molto specifico su un marchio che sto usando io e che penso possa essere interessante.
Si tratta di Odlo che usa un misto di fibre sintetiche e lana merino per la maggior parte dei suoi prodotti e di cui trovate un intero shop sul classico Amazon: c’è proprio un po’ di tutto per quel che riguarda l’abbigliamento intimo e primo strato tecnico sia da uomo che da donna, e i prezzi sono più bassi che in negozio.
Non voglio fare pubblicità a questo marchio in particolare, ma mi sembra intelligente l’idea di non usare solo merino, così hanno potuto tenere più bassi i costi, e soprattutto questi prodotti sono comodi. Le magliette con la cucitura piatta sono fenomenali, e da quando ho scoperto questa possibilità sto piano piano sostituendo tutto il mio guardaroba tecnico intimo (che è poca roba, non pensate) con maglie e mezzi pantaloni in lana merino che vanno bene sia per il freddo che per la mezza stagione.
Per il freddo estremo invece ho trovato una serie di prodotti molto particolari che costano però parecchio, e prima di comprarli (e poi parlarvene) voglio informarmi per bene come al solito.
E voi? Usate la lana come una volta? Oppure siete tutti sintetici? Datemi qualche consiglio nei commenti a questo articolo sull’intimo termico!
Non so se sia un problema che è mai capitato ad altri, ma io non riesco a usare roba sintetica a contatto con la pelle: appena comincio a sudare mi viene un prurito terribile (e sulla schiena, con lo zaino, è una tragedia)… Per via di questo io uso solo abbigliamento di lana come base: la Reda ha delle magliette e calzamaglie con un filato molto fine, che riduce a quasi niente il prurito della lana; le calzamaglie in particolare sono calde e resistenti (andando a ghiaioni mi capita di cadere o scivolare, e fin ora non sono riuscito a strapparle).
Ci sono anche maglie per strati superiori, ma costano veramente tanto…
La roba sintetica fa quell’effetto in zone soggette a sfregamento. I classici pantaloncini della Decathlon sono il mio problema quando vado a correre ad esempio.