Ultimamente si trovano in giro delle idee che hanno la durata di un clic su internet: le scopri su Facebook, fai il tifo per loro e poi te ne dimentichi, perchè non sono andate da nessuna parte. Poteva essere il caso anche del BioLite Campstove, che avevo scoperto tempo fa e mi aveva incuriosito, ma non pensavo potesse andare a buon fine.
Quello del BioLite Campstove è un progetto nato come crowdfunding e diventato una realtà, ed è un’evoluzione dei fornelli pirolitici che vi avevo descritto in un altro post del mio blog.
Un’evoluzione tecnologica del concetto di fornello pirolitico, che in più mette in ballo un trucco che vi spiego sotto: grazie al calore sviluppato dal fuoco è possibile ricaricare dispositivi elettrici.
Il BioLite Campstove
Eccolo qui, il Biolite Campstove (nella foto a sinistra è nella versione 2): si tratta di un normale fornello pirolitico, quindi un cilindro in acciaio con delle forature che permette di accendere legni di piccoli dimensioni per ottenere un fuoco senza praticamente fumo. Ma assieme al fornello c’è un accessorio: è quella cosa arancione a cui è attaccato uno smartphone.
In pratica quello che vedete è un apparecchio che ha una doppia funzione: la prima è quella di alimentare il fuoco grazie a una ventola incorporata che spinge aria dentro al cilindro di combustione.
La seconda è quella di trasformare parte dell’energia calorifica prodotta con il fuoco in energia elettrica, che può venire usata per ricaricare dispositivi elettrici piccoli, come ad esempio lo smartphone. Può sembrare una sciocchezza, ma se ci si trova in giro per parecchio tempo senza possibilità di connettersi alla rete elettrica, avere una sorta di corrente di sicurezza è un qualcosa in più che fa comodo.
Nella versione 2 del Biolite Campstove c’è anche una batteria incorporata da 2600mAh, che permette di immagazzinare l’energia che non viene utilizzata (quindi non bisogna per forza attaccare l’apparecchio da caricare) e di conservarla per quando serve. In più secondo i produttori questa seconda versione dello stove dovrebbe offrire una capacità di immagazzinare energia molto maggiore.
Se volete comprarlo andate qui (che io sappia è il posto dove lo vendono al prezzo più basso in Europa), se invece vi interessa capire come va continuate a leggere!
Biolite Campstove 2: come funziona
È facile comprendere il principio della ventola che movimenta l’aria all’interno del tubo e quindi favorisce la combustione: in effetti a volte capita con alcuni fornelli pirolitici che l’accensione sia problematica.
Più difficile è comprendere come si possa ricavare energia elettrica dal fuoco, ma ci viene in aiuto la fisica e Wikipedia!
In pratica il principio usato dal Biolite Campstove è quello delle celle di Peltier, o meglio del suo inverso. Da Wikipedia, per l’appunto:
Le celle di Peltier sono reversibili grazie all’effetto Seebeck: riscaldando un lato e raffreddando l’altro, in un circuito elettrico collegato ai capi della cella fluirà una corrente continua proporzionale al dislivello termico presente tra le due facce. La differenza di potenziale ai capi della cella è direttamente proporzionale al numero di elementi presenti all’interno della stessa, mentre la corrente è inversamente proporzionale al numero di elementi
In sostanza si sfrutta il fatto che da un lato c’è una superficie molto più calda (il calore è provocato dal fuoco) e quindi si sviluppa una corrente. A dire il vero questa corrente non è molto forte, ma è sufficiente per caricare piccole apparecchiature come quelle che spesso servono durante un trekking.
Quello che vedete qui a sinistra è lo schema di una cella di Peltier usata per trasformare la differenza di temperatura in energia elettrica, e da Wikipedia scopriamo tra l’altro che questo tipo di effetto viene usato in specifici generi di pannelli solari.
In alto, la parte rossa è la zona calda, in basso c’è la parte blu più fredda e vicina a un circuito elettrico.
Il motivo principale per cui si genera una differenza di potenziale elettrico – che poi è la corrente elettrica – è il trasporto di carica per diffusione: in pratica elettroni ed altre particelle si muovono per diffusione dalla zona calda a quella fredda.
La mia recensione sul Biolite Campstove 2
A questo punto forse vi aspetterete che vi dica cosa penso di questo apparecchio, vero?
Beh, vi dico che sotto certi aspetti è interessante, per altri meno.
A me interessa molto il fatto che migliora davvero le prestazioni come fornello: non saprei quantificarlo precisamente, ma rispetto a un normale fornello pirolitico siamo su un altro livello. Forse potrei azzardarmi a dire che siamo vicini all’efficacia di un fornello a gas! E quindi per il classico discorso di usare legna e cose simili su un percorso lungo… è interessante.
Però mi interessa meno la questione della ricarica: ok, posso capire che sia utile, ma in generale può essere sufficiente un powerbank di quelli buoni, se proprio avete bisogno di ricaricare lo smartphone.
A questo punto il consiglio che vi dò è di guardare al Biolite Campstove 2 se volete un accessorio tecnologico carino e interessante per alcuni, ma se invece come a me vi interessa solo la componente fornello, vi consiglio di prendere questo signore qui, cioè il modello Cookstove!
I vantaggi sono:
-costa meno
-pesa meno
-ha comunque una buonissima resa (parliamo di 6-7 minuti per bollire 1l di acqua)
Secondo me questo è un affare migliore, e vale la pena di prenderlo in considerazione specialmente quando è in offerta come in quest’ultimo periodo.
CONTROLLA IL PREZZO AGGIORNATOUna cosa su cui però vi consiglio di porre attenzione: l’apertura superiore di questi fornelli pirolitici.
In pratica se usate dei normali contenitori per liquidi piccoli può essere che questi ostruiscano il foro completamente, e quindi si perde del tutto la funzione pirolitica. Se vi capita di avere a disposizione solo un contenitore che abbia diametro simile a quello del foro di apertura del Campstove o del Cookstove, vi conviene fare una mini griglia con il ferro, in modo da tenerlo leggermente sollevato dal foro del fornello.
Questa cosa mi è capitata una volta ma è facilmente risolvibile, alla fine dei conti.