Articolo aggiornato a Novembre 2021.
Sta arrivando la prima neve sulle montagne, e con essa anche la voglia di fare passeggiate nel bianco o di inforcare gli sci con le pelli per delle belle escursioni scialpinistiche. Ed è arrivato il momento di informarsi sull’ARVA. In questo post vi spiego cosa è l’ARVA e come sceglierlo.
Cosa è l’ARVA
L’ARVA è un apparecchio elettronico che dispone di un’antenna (o più antenne) settata per trasmettere un segnale sulla frequenza dei 457kHz, e che si utilizza per ritrovare le persone che sono purtroppo coinvolte in valanghe. La sigla ARVA sta per Apparecchio per la Ricerca dei travolti in Valanga.
Come funziona l’ARVA
Grazie al fatto che questo apparecchio emette sempre, quando acceso, un segnale non fastidioso, è possibile individuare chiunque lo porti sul corpo e si trovi a una distanza non troppo elevata (si parla di decine di metri) da un altro apparecchio ARVA settato in modalità di ricezione.
In generale quando si fa una uscita in montagna e si pensa di dover attraversare delle zone coperte da neve in fuoripista bisogna sempre avere con sé un ARVA, e come noi devono averlo tutti quelli che ci accompagnano nella nostra escursione: mai andare in montagna da soli in questi casi!
Prima della partenza vera e propria si effettua una verifica di tutti gli apparecchi: uno degli escursionisti mette il proprio ARVA in posizione di ricerca e controlla che tutti gli altri apparecchi dei propri compagni – settati in posizione di trasmissione – emettano il segnale. In seguito si fa il contrario: tutti mettono il proprio apparecchio in posizione di ricerca tranne quello che lo aveva posizionato prima in modalità ricerca. Quest’ultimo lo setta in trasmissione e si controlla che tutti gli altri apparecchi ricevano il suo segnale.
Rimessi tutti gli apparecchi in trasmissione, e posizionatili al di sotto dei propri vestiti e ben allacciati si può partire.
Nel caso si venisse malauguratamente travolti da una valanga, se alcuni dei componenti dell’escursione fossero incolumi potrebbero subito mettersi alla ricerca dei compagni e individuarli con relativa facilità: il segnale infatti aumenta di intensità quando un ARVA in modalità “ricerca” si avvicina a un altro in modalità “trasmissione”.
Come scegliere un buon ARVA
Mai come in questi casi non bisogna risparmiare sul costo, perché qui stiamo parlando di apparecchiature che potrebbero salvare la vita a noi e ai nostri cari.
Ecco qualche dritta che voglio darvi se state cominciando a fare sci alpinismo o anche semplici escursioni con le ciaspole.
Set completi
Spesso gli ARVA sono venduti assieme a dei kit completi che comprendono una piccola vanga pieghevole (in genere un po’ pesante ma utile), un bastone sonda da infilare nella neve per testare la resistenza del terreno e vedere se c’è qualcosa sotto come sacche d’aria o una persona e in genere un contenitore per l’ARVA stesso.
Secondo me è una buona idea prendere questi kit, se la marca è affidabile, perché in generale tutte queste attrezzature sono richieste quando ad esempio si fa un corso di scialpinismo. Inoltre il costo è conveniente, come ad esempio in questo kit di Mammut che include un ottimo ARVA.
In più, considerate che se vi trovate nelle condizioni di dover usare l’ARVA, vi serviranno sia pala che sonda, e dovrete essere in grado di usarli in modo proficuo. In linea di massima non si deve mai scavare verticalmente sopra al punto in cui con la sonda avete individuato potenzialmente la persona sepolta, ma lateralmente e a valle, e per una distanza che è un multiplo (due volte) della profondità indicata dalla sonda stessa. Chiaramente queste indicazioni sono di massima, e non sostituiscono in alcun modo la competenza che si acquisisce con un’esercitazione mirata, che va rinfrescata di quando in quando per mantenere la confidenza con gli strumenti e rispolverare la freschezza mentale: l’ideale sarebbe avere queste procedure in testa come degli automatismi, perchè l’ARVA è importante e può fare la differenza, ma non andare in panico può esserlo ancora di più.
Altro set che mi sento di consigliare è questo di Ortovox, buona marca in questo settore.
Comprende sempre pala e sonda, e l’ARTVA incluso è semplice da usare ma buono.
Una o tre antenne?
Gli ARTVA sono disponibili con una o tre antenne e c’è una certa differenza tra questi apparecchi anche se è sottile.
Un ARTVA a tre antenne oltre ad indicare la distanza del segnale che sta ricevendo quando messo in modalità “ricezione” riesce ad indicare anche la direzione da cui proviene quel segnale: questo è consentito dalle tre antenne che sono posizionate una distante dall’altra e quindi permettono all’apparecchio di capire da quale direzione viene il segnale più forte.
I migliori ARVA: una carrellata
Personalmente vi consiglio molto questo ARVA di Ortovox a 3 antenne, che è quello che ho scelto io: si tratta di un apparecchio digitale economico rispetto ad altri, semplice da usare ma non per questo meno affidabile. In molti mi hanno detto che Ortovox è una delle migliori marche, assieme a Pieps, e devo dire che finora dalle esercitazioni fatte ha sempre dato una buona risposta.
Tra l’altro io l’ho comprato a un prezzo più alto di quello del link, non so se in questo momento sia in offerta speciale ma spero di sì perché non vorrei aver fatto la figura dello scemo! 😀
C’è chi dice che questo ARTVA sia un po’ lento in fase iniziale di prima ricezione del segnale, e chi si lamenta del fatto che se si cammina troppo veloce l’ARVA ti blocca perché dice che ha perso il segnale, in sostanza.
Non è la mia esperienza, ma credo che si debba conoscere bene l’apparecchio che si ha in mano e per questo ve lo dico.
Per continuare la carrellata sugli ARVA vi segnalo anche quello che è ritenuto da molti il miglior ARVA sul mercato: è il Pulse Barryvox di Mammut, costa un po’ di più rispetto agli altri, ma direi che in questi casi non c’è da fare molto i taccagni, no?
Tutti quelli che conosco che lo usano me ne hanno parlato bene, soprattutto in termini di velocità di utilizzo e di ampiezza di ricezione del segnale, per cui vale la pena dargli un’occhiata.
Altro modello di Ortovox è lo Zoom+ (questo), che è piccolino e in generale più economico della media, e funziona bene con le sue tre antenne.
Il problema è che rispetto ad altri ARVA non dà la possibilità di marcare un altro apparecchio rilevato. Questo significa che se vi trovate di fronte a più persone sepolte vi potreste trovare in difficoltà nella determinazione dei segnali.
Alcuni consigliano anche il Pieps Freeride, ma sinceramente mi sento di sconsigliarlo perché invece ho letto opinioni autorevoli (più della mia) che dicono che questo ARVA non funziona molto bene. A volte potreste trovarlo a prezzo scontato, ma sinceramente fossi in voi guarderei ad altro. Dal basso delle mie competenze vi posso dare questo suggerimento.
Se non avete molti soldi da spendere e volete un ARVA economico, considerate l’idea di andare a cercare sul mercato dell’usato un ARVA analogico. Non so se consigliarvelo perchè un analogico è un po’ più complicato di un digitale, ma per esempio su eBay trovate roba a questi prezzi. Chiaramente prima di comprare verificate che il venditore sia affidabile controllando le sue recensioni, e soprattutto prima di andare in montagna fate delle prove! C’è da dire però che ultimamente si trovano ARVA usati anche digitali (come dico sotto) e quindi potreste essere fortunati e portarvi a casa qualcosa di buono spendendo qualcosa meno.
Di recente, poi, ho avuto modo di vedere un ARTVA da Decathlon, questa è la pagina in cui si trova.
Chiaramente non ho potuto provarlo personalmente, ma ho letto delle ottime recensioni in giro per la rete e mi sembra molto convincente. In generale si parla di una sua grande efficacia quando ci si trova nelle (brutte) condizioni in cui ci sia più di una persona in difficoltà sotto una valanga. Il livello di prezzo è sempre quello, c’è anche una versione più economica dell’ARVA AXIO che potete trovare qui e include il kit con la sonda e la pala per scavare.
C’è un sito affidabile in cui a volte trovate alcuni degli ARVA proposti anche su Decathlon a un prezzo leggermente più basso. Ad esempio in questa pagina trovate l’EVO 5 con una trentina di € di sconto sul prezzo normale, spesso.
ARVA digitali e analogici
Ormai tutti gli ARVA in commercio, che io sappia, sono digitali. Se avete con voi qualcuno che usa ancora un vecchio ARVA analogico verificate che ci sia piena compatibilità tra i vostri apparecchi, soprattutto per quanto riguarda la distanza massima di ricezione: è capitato qualche volta che vecchi ARVA analogici dessero qualche problema.
E fate attenzione alla distinzione: esistono degli ARVA analogici che magari pensate siano digitali semplicemente perché hanno un display digitale, quindi guardate sulle istruzioni. Una prima buona verifica che potete fare riguarda il numero di antenne: se ne ha una sola non può essere digitale.
Un ARVA usato ha senso?
In realtà, al contrario di quello che si potrebbe pensare, gli ARVA usati si trovano abbastanza di frequente e spesso non sono stati usati: c’è chi ne ha comprato uno per un’occasione e poi non l’ha proprio tirato fuori dalla scatola, chi invece non ne ha avuto fortunatamente bisogno… Ecco quindi che se vi trovate di fronte una persona affidabile, che avete conosciuto o che fa magari parte del vostro stesso gruppo CAI, l’idea di comprare un ARVA usato può essere sensata.
L’importante è che abbiate modo di provarlo prima dell’acquisto, con l’ausilio di un altro ARVA sicuramente funzionante, e che si trovi in buone condizioni, senza graffi o botte: a meno che non sia stato proprio maltrattato non dovrebbe averne.
Imparare a usare l’ARVA
Prima di finire questo articolo voglio ripetervi un’informazione che considero FONDAMENTALE: dovete imparare a usare il vostro ARVA, e soprattutto tenervi in allenamento nell’uso. Potete avere l’ARVA migliore (ripeto: secondo molti è questo qui) ma se quando doveste usarlo – vi auguro che non vi capiti mai – non l’avete mai tenuto in mano, o anche semplicemente non vi ricordate bene come funziona e cosa indica quello che c’è sul display, il vostro ARVA diventerà semplicemente un pezzo di plastica con dei circuiti dentro.
Imparate a usare l’ARVA, tenetevi in allenamento, conoscetelo a fondo. L’ARVA più veloce e più efficace è quello che conoscete come le vostre tasche e che sapete usare quasi automaticamente, anche se siete in una situazione di panico.
E se posso darvi un altro consiglio, vi suggerisco di studiare la neve. In un altro articolo ho parlato di libri per conoscere la neve molto interessanti. Ma è molto utile fare dei corsi organizzati dal CAI o da altre associazioni e da guide per capire la neve, riuscire a leggerla e decidere che magari questa volta è meglio non andare.
In bocca al lupo, amici della montagna, e siate sempre prudenti!
Grazie
Ciao Francesca, non c’è di che. Stai scegliendo l’ARVA?
Ciao Trapper, questo articolo è ancora valido a dicembre 2020 o i prodotti si sono evoluti ?
Grazie. Matteo.
Ciao Matteo, direi proprio di sì. Non mi risulta che ci siano novità significative a parte i classici restyling.
Ciao, i diversi dispositivi ARVA sono sempre compatibili tra loro, giusto (un Ortovox funzionerà sempre con un Mammut per esempio)?
Esatto (parliamo ovviamente di ARVA contemporanei): devono per legge funzionare tutti sulla stessa frequenza, altrimenti sarebbe un bel casino 🙂
Potrebbe essere utile anche per escursionisti camminatori che frequentano abitualmente la montagna ma no neve e no sciatori ?
In linea teorica sì, ora che ci penso. Ma vedo più utile usare una app come GeoResQ oppure un apparecchio che permetta di mandare la propria posizione in tempo reale. Uno dei più famosi di questo genere è quello di Garmin: https://amzn.to/3hyhmTc, che permette di mandare una richiesta di aiuto o anche degli sms per avvisare chi sta a casa che è tutto a posto. Ad esempio potresti decidere di mandare un sms giornaliero a una certa ora giusto per farti sentire. Ovvio questi sono apparecchi che vanno usati per quando si va in zone remote in cui c’è il rischio di trovarsi per molte ore fuori dalle tracce delle celle telefoniche, in Italia non so quanti posti del genere ci siano. Ho scritto un piccolo articolo sul tema, se può interessarti: http://www.iltrapper.it/il-plb-personal-locator-beacon/