Gas o Alcool per il trekking?

Alimentarsi con qualcosa di caldo durante un trekking, specialmente se nel periodo autunnale o invernale, può essere molto importante. Ed è altrettanto importante scegliere con attenzione il combustibile che usiamo per scaldare o cuocere i nostri cibi: meglio gas o alcool?

Sono questi i due principali metodi di cottura che un principiante del trekking si trova di fronte (poi c’è chi sceglie il fornello multifuel, ma è qualcosa di più complicato e meno comune) e spesso si sceglie a sentimento o per qualche pregiudizio.

In questo articolo vorrei fare qualche riflessione sul tema per aiutarvi a scegliere e mettere nero su bianco le cose che imparo man mano che mi informo, come al solito.

Comodità, peso e ingombri di fornelli a gas e ad alcool

Sono principalmente quattro i fattori da tenere in considerazione quando si sceglie tra fornello a gas e fornello ad alcool: parliamo di comodità d’uso e di conservazione, di peso dell’attrezzatura e del combustibile, di ingombro e di prezzo.

C’è però un altro aspetto che vorrei considerare: quello dell’impatto ambientale dei due tipi di combustibile, e lo faccio subito. Se infatti guardiamo al combustibile, e al modo in cui lo trasportiamo, lo acquistiamo e lo conserviamo, c’è una bella differenza tra i due tipi di fornello. Nel fornello a gas abbiamo in genere a che fare con delle bombolette non ricaricabili (c’è modo di ricaricare alcune bombolette, ma è un’operazione un po’ pericolosa, specialmente se non si sa cosa si sta facendo) che hanno un peso molto importante rispetto al contenuto in combustibile. Il fornello ad alcool invece usa come combustibile per l’appunto l’alcool, che troviamo venduto nei supermercati e online in bottiglie anche da 5 litri, con un consumo minimo di plastica. L’alcool che ci si porta dietro durante i trekking lo si può mettere in una bottiglia pensata per lo scopo (ad esempio questa di MSR che può essere usata anche con i fornelli multifuel e ha un tappo molto sicuro, a prova di bambino) o in una qualsiasi bottiglia della cui sicurezza ed ermeticità siate certi. Se volete star tranquilli e avete la possibilità di condividere con un amico vi consiglio queste della Laken, tanta resa e poca spesa.

Quindi direi che dal punto di vista della semplice produzione di rifiuti l’alcool vince. Ma per il resto?

Comodità: gas o alcool

In questo caso invece si potrebbe dire che vince a mani basse la cartuccia a gas: ci si porta dietro un certo numero di cartucce, si attacca la cartuccia al fornellino e via, senza troppi problemi.
Invece quando si usa l’alcool bisogna avere a disposizione una bottiglia sigillata e bisogna evitare di buttare l’alcool in giro (e se si rovescia nello zaino è un bel problema).

Inoltre il gas spesso agisce in tempi più rapidi: l’accensione è immediata, l’andata a regime altrettanto immediata e la cottura più rapida perché in genere le BTU sono un po’ di più.

C’è un però: la cartuccia deve essere gestita. Quando siamo davanti a una cartuccia iniziata abbiamo sempre il dubbio che non basti per tutta la durata del nostro viaggio, perché molte volte manco sappiamo quando l’abbiamo iniziata e per quanto l’abbiamo usata!
Si deve quindi imparare a capire quanto dura una cartuccia di una certa dimensione, segnarsi i tempi d’uso sulla cartuccia con un pennarello indelebile, e di conseguenza regolarsi.
Con l’alcool è più semplice: dopo un singolo uso possiamo capire quanto il nostro fornello ad alcool consuma, e calcolare poi le nostre necessità.

Quindi ok, da un certo punto di vista il gas è molto più pratico, ma bisogna imparare ad usarlo.

Gli ingombri

Direi che in termini di ingombri siamo quasi alla pari: una qualsiasi Trangia (link a un articolo scritto tempo fa) vince su un fornellino di medie dimensioni come un MSR Pocket Rocket ma se la gioca alla pari con un fornello ultraleggero come il BRS 3000T.

Se guardiamo poi al combustibile, una piccola bottiglia contenente 300ml di alcool o giù di lì è grande quanto una piccola cartuccia di gas.

Non è da questo punto di vista che possiamo valutare quale dei due sistemi sia migliore.

Le differenze di peso tra fornello a gas e ad alcool

Ecco qui un parametro che può essere davvero molto interessante nella scelta tra fornello ad alcool e fornello a gas per i trekking: quello del peso.
Specialmente se cerchiamo di ridurre i pesi al massimo (da parte mia ho pure costruito un gruppo Facebook dedicato all’ultralight, e ho scritto vari articoli sul tema) e vogliamo evitarci fatiche inutili, ha senso fare qualche calcolo e pesare quello che dovremo portarci sulla schiena.

Per fare i calcoli di cui sopra ipotizzo naturalmente di usare lo stesso pentolame e lo stesso accessorio per proteggere la fiamma (io uso una cosa molto simile al Caldera Cone, ma meno famoso). Nel caso del fornello ad alcool però bisogna prevedere un supporto per la pentola che con il fornello a gas non è necessario.
Per semplicità ipotizziamo di avere un fornello ad alcool da circa 30 grammi e un fornello a gas (senza cartuccia) da circa 50 grammi. Potete adattare il calcolo al materiale che avete a disposizione.
In più c’è il peso della bottiglia per l’alcool, che ho calcolato in 50 grammi per una bottiglia da 500ml: possono essere meno se usate una bottiglia più piccola.
E allo stesso modo bisogna calcolare il peso di una bomboletta di gas, che ha peso lordo di circa 390 grammi per un contenuto in gas di 230 grammi.

Con questi parametri è abbastanza semplice capire che, a parità di efficienza nell’uso delle risorse, ovvero posto che sappiate usare bene sia alcool che gas, che proteggiate bene il vostro fornello e così via, l’alcool ha un vantaggio in termini di peso fino a 3-4 giorni, per poi essere sorpassato man mano dal fornello a gas.

C’è da dire però che le differenze sono nell’ordine dei 50-80 grammi in vantaggio di un sistema o dell’altro. Solo quando il vostro viaggio si allunga fino a due settimane e oltre si arriva a vantaggi consistenti per il fornello a gas.

Il problema prezzo

Qui le cose invece sono decisamente a favore dell’alcool: una bottiglia da 1 litro costa meno di 2€ in condizioni normali, mentre una bomboletta per fornello a gas da 230 grammi costa tra i 4 e i 6€.

Nel caso della prima, ipotizzando una media di 17ml di alcool consumato per ciascun pasto, possiamo preparare una sessantina di pasti.
Con una bomboletta di gas invece ci si possono preparare circa 27 pasti, colazioni comprese se non ci si sbizzarrisce troppo.
Insomma scaldare il cibo con l’alcool costa 3 centesimi a pasto.
Scaldarlo con il gas costa circa 20 centesimi a pasto.

Anche dal punto di vista del costo dell’attrezzatura l’alcool è più economico: potete spendere una decina di € per una Trangia o per un fornellino ad alcool ancora più leggero come questo, o addirittura gratis se vi date all’autocostruzione, mentre un fornello a gas costa tra i 20 e i 40€ (o ancora di più).

Sono somme che fanno la differenza se non viviamo in un perenne trekking? Direi di no, ma può essere che vi interessino.

Ricapitolando: vince gas o alcool?

Dopo tutti questi calcoli vorrete sicuramente una risposta definitiva, ma io la risposta definitiva non ce l’ho! Vi posso solo dire quello che ho imparato facendo due ragionamenti e altrettanti calcoli.

  • Ecologia: vince l’alcool, perché non dovete smaltire le bombolette
  • Praticità: vince il gas, secondo me non di troppo
  • Ingombri: se scegliete con criterio, in questo caso si finisce in parità
  • Peso: per i viaggi brevi (fino a 5 giorni) meglio l’alcool, oltre questo periodo comincia ad essere meglio il gas
  • Costi: vince l’alcool sia per le attrezzature che per il prezzo del combustibile

Bene, il mio lavoro è finito e spero di avervi dato qualche informazione utile a scegliere il materiale per il vostro prossimo trekking. Buone passeggiate e buone mangiate!

4 commenti su “Gas o Alcool per il trekking?”

  1. Sono lieto possessore di fornello trangia, ma roso da un dubbio ultimamente. Nel caso avessi la sfortuna di restar bloccato in tenda sotto una forte pioggia, avrei paura di dar fuoco alla tenda stessa accendendo il fornello ad alcool nella veranda, per via della fiammata iniziale decisamente poco regolabile. Poi non so quanto i materiali sintetici delle tende prendano fuoco facilmente ma non vorrei provare standoci dentro. Tu hai esperienze di cucina in tenda con alcool?

    1. Eh come dici tu le tende sono in genere fatte in materiale sintetico, e si infiammano facilmente! O meglio, nella maggior parte dei casi più che infiammarsi come fossero pellicole in celluloide (con la fiammata incontrollabile che si propaga ad altri oggetti) si sciolgono. Questo perchè dentro al tessuto in genere vengono messi dei ritardanti di fiamma (in genere, però, non so se la tua tenda sia fatta così o meno…). In ogni caso io eviterei di cucinare in tenda a meno di estrema necessità, perchè come minimo rovini il rivestimento, nel caso peggiore deformi o buchi il telo.
      Io al limite ho cucinato vicino alla tenda: io al coperto nel vestibolo, e il pentolino appena fuori. Non è per niente ideale, ma meglio che perdere del tutto il posto in cui ripararsi!

      1. Saggio! Ho la Cloudup2, presa dopo aver letto la tua recensione qua sopra. Colgo l’occasione per ringraziarti una volta di più per questo bel blog

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