La comodità di avere a disposizione cibo bilanciato dal punto di vista calorico, proteico e di nutrienti, e che pesa poco, è una cosa da non sottovalutare quando si è impegnati in trekking lunghi. I cibi liofilizzati danno questa possibilità, ma bisogna fare qualche distinzione.
Infatti come a volte succede c’è chi esagera nella ricerca di soluzioni tecniche avanzatissime, andando a spendere un sacco di soldi e perdendo il gusto del girare in trekking mangiando buon cibo.
In questo post vi vorrei lasciare qualche mia considerazione (se commentate e dite la vostra sono anche più contento), darvi qualche dritta su quali sono i cibi liofilizzati da portare in trekking e provare a fare un ragionamento più generale sull’alimentazione.
Cibi liofilizzati: solo per qualche giorno
Comincio col dire che secondo me bisogna portarsi cibi liofilizzati solo in alcune condizioni particolari, che dipendono dalla durata del periodo per cui non potete avere a disposizione un pasto normale, dal tipo di trekking che state per fare e dalle condizioni generali in cui vi troverete.
Partiamo dal discorso sulla durata del trekking: se il percorso è sotto una certa durata non c’è bisogno di buste di cibo liofilizzato! In generale quando il trekking che faccio è di un paio di giorni o giù di lì, io cerco sempre di fare a meno dei cibi essiccati, e mi arrangio con altro.
Porto con me del formaggio stagionato e/o dei salumi asciutti, e questi assieme a un po’ di pane vanno più che bene per riempirsi lo stomaco un paio di volte (oltre alle altre piccole cose che ci si porta sempre in montagna). Un’altra cosa che mi piace portare sono delle uova sode, e le porto anche per trekking più lunghi: in generale le uova sode durano 3-4 giorni senza nessun problema, e basta metterle in un contenitore rigido (io ne uso uno come questo) per avere a disposizione una piccola razione di cibo sano, proteico e ricco di sali minerali. E poi a me le uova piacciono un sacco!
Ma anzi, vi dirò di più: se so che ho a disposizione un fuoco nel mio primo punto tappa mi porto anche delle salamelle. Forse in altre zone d’Italia si chiamano in altro modo, ma dalle mie parti le salamelle sono delle piccole salsicce semifresche che si fanno alla griglia: essendo parzialmente conservate possono tranquillamente durare per un giorno nello zaino, e partire con il piede giusto, con della buona carne alla griglia (per chi non è vegetariano) è una gran cosa! E se non ci si sente sicuri nel fare fiamme libere – cosa su cui bisogna stare molto prudenti – si può usare una cosa del genere, una piccola griglia geniale.
Tornando al discorso generale…
Se sul percorso del trekking che state per fare ci sono anche dei rifugi potete anche prevedere di fermarvi a mangiare sul posto: in generale si può ad esempio bivaccare vicino al rifugio, in tenda o sotto un tarp, e fare almeno un pasto anche per ringraziare dell’ospitalità.
Quando si decide che cibo portarsi, se liofilizzato o meno e in che quantità, bisogna anche tenere in considerazione le condizioni in cui ci si troverà: se fa freddo è bene avere dei pasti caldi e ricchi, e quindi evviva le pietanze liofilizzate, se fa caldo è meno necessario avere a disposizione cibi caldi…
Perché evitare le buste da supermercato
Parlando di buste di cibo liofilizzato sono abbastanza sicuro che vi sono venute subito in mente quelle buste di pasta da supermercato, quelle che si trovano ovunque e che in certi casi non sono nemmeno malaccio. Io però sinceramente ve le sconsiglio (a meno che le abbiniate a qualcos’altro). Perchè? Vediamo tutti i motivi:
Non sono comode
In genere sono buste da 2-3 porzioni, e anche se quelli con lo stomaco bello capiente magari se le pappano in una volta sola, non ha senso per tutti mangiare in un pranzo solo due porzioni di pasta. E poi del resto che te ne fai?
Non sono bilanciate
Non sto parlando di peso ma di nutrienti: se andate a guardarvi le indicazioni nutrizionali di quel tipo di cibo ci troverete calore e grassi, ma il resto è carente. Non è pensabile andare in giro per montagne o per strade per un po’ di tempo senza introdurre nel nostro corpo i giusti nutrienti. Immaginatevi di fare due settimane da cicloturisti (a proposito: ecco la mia guida al cicloturismo) mangiando sempre queste cose… Non è pensabile.
Le buste “tecniche” invece hanno un loro senso, sono pensate proprio per essere mangiate da chi fa sport, trekking e simili, e sono bilanciate in proteine, grassi, carboidrati, vitamine eccetera
Sono saporite, ma perché?
Probabilmente trovate le scatole di cibo liofilizzato da supermercato gustose, ma vi siete mai chiesti il perché? Perché hanno un sacco di conservanti e di aromi!
Sinceramente a me questa cosa non piace, non so a voi…
Perché bisogna cuocerle a lungo
Questa è probabilmente la seconda ragione più importante per cui le buste da supermercato non vanno poi così bene. Il fatto è che a differenza degli alimenti specifici, bisogna cuocere il cibo di queste buste in acqua, con conseguente uso superiore di gas delle cartucce. Se usate un fornello a legna nessun problema, in caso contrario è un altro contro da considerare
Che cibi liofilizzati scegliere
Detto questo, che cibi liofilizzati prendere? Io vi consiglio un po’ di cose, e mi piacerebbe anche sentire il vostro parere.
La prima cosa che vi consiglio può sembrare un po’ strana, ma aspettate.
Si tratta di biscotti, ma non biscotti normali. Sto parlando di biscotti ipercalorici che hanno anche un buon contenuto vitaminico, usati anche in contesti difficili (per capirci sono simili alla famosa razione K). Chi è appassionato di survivalism probabilmente li conosce già, per tutti gli altri eccoli qui.
Di che si tratta? Sono per l’appunto dei normali biscotti, di sapore piuttosto neutro e di consistenza asciutta, che hanno particolari caratteristiche nutrizionali: in particolare una quantità di 100g di questo biscotto contiene 460kcal, che sono all’incirca 1/5 della quantità di calorie minime per la sopravvivenza. Una confezione normale da 500g quindi permette di assumere le calorie necessarie per un giorno.
Ma la vera particolarità è che questi biscotti durano tantissimo: almeno 10 anni, secondo confezione, ma in realtà molto di più.
L’idea è quindi di prenderli, lasciarli nello zaino finché non ne hai bisogno e non preoccuparsi perché difficilmente li si fa scadere.
In questo modo si ha a disposizione una scorta di calorie, proteine e zuccheri per i momenti di bisogno.
Ah, se volete risparmiare prendete questi, che costano molto meno e sono praticamente uguali: http://amzn.to/2w8Y6C2.
Altro consiglio: se dovete prendere del cibo liofilizzato provate quello di travellunch.
Rispetto a quello di altri produttori lo trovo a prezzi più bassi su Amazon (se sapete di altri posti dove si possono trovare a meno fatemi sapere) e in realtà ha un sapore un po’ migliore rispetto agli altri.
E il bello è che c’è parecchia possibilità di scelta in termini di gusti.
Ad esempio in questo mix ci sono sei differenti confezioni di cibi liofilizzati che comprendono chili con carne, pollo al curry, manzo alla Stroganoff…
Niente male.
Un’altra dritta è quella di comprare cibi liofilizzati in posti in cui non ve li aspettereste.
Ad esempio potete cercare uova liofilizzate su Amazon, e trovare un sacco di altra roba: per certi trekking può essere utile. Esistono molti alimenti liofilizzati che sono pensati per usi diversi dal trekking e che però possono fare al caso nostro.
E poi ancora, pensate al latte in polvere. Lo trovate facilmente.
Salve
io di solito mi porto una scatola da mezzo chilo di datteri (non secchi, morbidi): sono carichi di zuccheri, vitamine (quindi integrano bene pane e salame) e fibre (e se sono in giro per più giorni, aiuta molto per certi problemi di digestione etc etc);
funzionano come snack/colazione, e (a meno di non tenerli proprio male) durano senza problemi nello zaino. Altro cibo molto comodo è il muesli, pesa pochissimo e riempie bene.
Ottimo suggerimento Stefano! A proposito, benvenuto sul blog 😀
I datteri sono sicuramente una buona fonte di zuccheri, l’unica cosa è che quelli sciroppati secondo me sono da evitare perché contengono glucosio e forse danno qualche problema di picchi glicemici e simili. Per il resto ottimi, perché naturalmente contengono fruttosio e sono pure ricchi di ferro. Ottima idea!
Il blog è veramente utile, grazie per gli articoli!
“quelli sciroppati secondo me sono da evitare” nonono, non sciroppati, freschi (più o meno): intendo scatole di datteri “asciutti”, ma non secchi (stile appena-presi-dalla-palma-e-ficcati-in-un-sacchetto, ma un filo meno costosi); come esempio ci sono i medjoule-tipo di datteri, tipici del nord Africa.
Ah ok, allora mi sembrano ottimi. Di solito i datteri mi vengono in mente solo sotto Natale, bisognerebbe cercare nelle erboristerie o simili.
Grazie a te per i commenti!
due informazioni i prodotti Travellunch necessitano di fornellino, esistono buste da due persone?
Ciao Roberto, sì a tutt’e due. La cosa comoda è che basta un fornello veramente minimo, e devi arrivare al massimo al punto di ebollizione di una piccola quantità di acqua (200ml per busta singola). Per cui uno di quei fornelli compatti tipo rocketpocket va alla grande e usi al massimo un paio di minuti di gas. Le buste da due persone sono ad esempio queste qui, sempre prendendo a riferimento Amazon, con peso raddoppiato. Costano un po’ di meno in proporzione, quindi alla fine conviene.