Lo so che il titolo è abbastanza assurdo, ma continuando a leggere questo post sicuramente capirete meglio di che voglio parlare e vi renderete conto che il titolo è perfettamente corretto!
In questo nuovo pezzo che riguarda i cibi da portarsi in montagna (vi ho già parlato di cibi liofilizzati in passato, ma anche del beef jerky) voglio raccontarvi un metodo di preparazione che è molto interessante perché ha tanti vantaggi, una difficoltà del processo relativamente ridotto e perché permette di avere gusto, nutrimento, praticità. Il tutto permettendoci di viaggiare anche leggeri.
Cosa è il bark, e perché è utile
Quello che vedete nella foto qui sotto è un bark di patate (lo chiamo bark perché non conosco se c’è un equivalente in italiano, nel caso ditemelo nei commenti).
E arriviamo a capire cos’è il bark. Si tratta di una sfoglia fatta di una sostanza commestibile, in genere un composto di alimenti ricchi di amido e di insaporitori. Nel caso qui sopra si usa ad esempio una purea di patate con del brodo vegetale o di carne e poi sale e pepe.
Ma le ricette per il bark (che in inglese significa corteccia, semplicemente, ed ecco lo scherzo del titolo) sono molte, e dopo che avrete capito il meccanismo potrete sbizzarrirvi e creare le vostre.
Io mi sto dotando dei giusti attrezzi, in particolare di un disidratatore, ma ho già fatto un tentativo proprio con il potato bark e devo dire che funziona bene anche usando il forno.
I vantaggi del bark
C’è da dire che per fare il bark, però, ci vuole un po’ di pazienza e di tempo. E allora perché dannarsi l’anima per farselo? Beh, iniziamo col dire che non è una cosa che serva a tutti. Io direi che è utile per chi:
-vuole prepararsi pasti in autonomia per periodi di tempo abbastanza lunghi
-ama mangiare bene e in modo sano in qualsiasi occasione, anche mentre si trova in una tenda in mezzo alla natura e gli altri si accontentano di un risotto in busta
Se appartenete a queste categorie di persone voglio provare a convincervi del fatto che il bark ha tanti vantaggi. Vediamoli:
- prima di tutto si risparmia un sacco di peso. In generale il processo di disidratazione riesce a dare risultati incredibili, ma ad esempio nel caso delle patate (se il mio calcolo non è sbagliato) sono riuscito a ottenere una riduzione in peso di circa 15-16 volte! In pratica ci si può portare un sacco di patate in un sacchettino minuscolo, e questo può fare la differenza
- il bark è pratico: se vi impratichite un po’ a farlo può essere una sciocchezza realizzarlo, e poi lo potete usare in un sacco di occasioni e in tanti modi. Tanto per dire, si può anche semplicemente sgranocchiare da solo – come fossero delle patatine – e se beccate la ricetta giusta è buono
- essendo ricco di amidi, questo preparato ha ottime caratteristiche dal punto di vista nutrizionale e può essere usato per arricchire di calorie molti piatti diversi
Come si prepara il bark
Di base questa è una preparazione semplice ma lunga, e si compone di soli tre passaggi.
Il primo passaggio è la cottura dell’alimento principale. Nel caso del mio esperimento ho usato patate, che ho fatto cuocere con del brodo vegetale e del sale.
Dopo la cottura, che deve essere lunga e accurata, si passa all’omogeneizzazione: bisogna ottenere un composto fluido, senza grumi e senza pezzi interi. In questa maniera è più facile estrarre più acqua possibile dall’alimento che stiamo preparando.
Il terzo passaggio è quello dell’essiccazione. Bisogna stendere la crema preparata su un foglio di carta forno, ad esempio, e farla essiccare molto lentamente (le ricette che ho trovato parlano anche di 10 ore) e a una temperatura relativamente bassa. Io ho fatto un primo esperimento con il forno da cucina, ma è ovvio che non si può occupare il forno per tutto quel tempo. Meglio sarebbe dotarsi di un essiccatore, ed ho intenzione di recuperarne uno, poi magari vi racconterò anche come orientarvi nella scelta di questo apparecchio.
Chiaramente fatto tutto questo si deve mettere via il composto ottenuto, che è secco e si scaglia tutto. Come vedete dalla foto sopra sono delle scaglie piccole, meglio sarebbe metterle in un contenitore rigido così non si spaccano tutte diventando polvere, semplicemente per una questione di praticità d’uso.
Fatemi sapere se avete mai avuto modo di provare ad usare il bark, e come vi ci trovate!