Una recensione del Garmin Dakota 20

Durante un’escursione fatta la scorsa estate ho avuto occasione di provare uno dei più diffusi GPS, il modello Garmin Dakota 20. Ero incuriosito da questo modello perchè, stando alle caratteristiche dichiarate, mi sembrava ottimo il rapporto qualità/prezzo.

Garmin Dakota 20

Nel momento in cui scrivo il sito del produttore lo propone a 199€ anche se troverete facilmente offerte più vantaggiose sui vari marketplaces (ad esempio su Amazon).

Quando si prendono in considerazione degli apparecchi come questi si danno per scontate alcune caratteristiche. Il Garmin Dakota 20, come qualsiasi buon GPS per il trekking le possiede tutte:

  • funzione di tracking GPS, ovvero possibilità di tracciare e salvare il percorso che state compiendo. Questa funzionalità si basa sulla memorizzazione dei trackpoint, una serie di punti del vostro percorso che, uniti tra loro, restituiscono la traccia dello stesso
  • supporto per la cartografia, ovvero poter visualizzare la mappa e la vostra posizione sulla mappa e ovviamente aggiungere mappe
  • gestione dei punti di interesse (POI): vi consente di aggiungere i vostri punti di interesse
  • condivisione wireless: è possibile condividere percorsi, mappe, punti di interesse con altri dispositivi compatibili senza necessità di computer
  • possibilità di salvare ed esportare le mappe in formato GPX, il più diffuso formato usato per il GPS

Vediamo più nel dettaglio qualche caratteristica peculiare che rende il Gamin Dakota 20 ottimo per il trekking.

 

Il Dakota 20 è particolarmente robusto, resistente agli urti e alla polvere. Lo si nota anche dalla copertura in gomma, oltre che dal grado di impermeabilità dichiarato: IPX7, che significa protezione contro l’immersione temporanea (30 minuti alla profondità di un metro). È dotato di un altimetro barometrico che consente di rilevare con precisione la quota a cui ci troviamo ed il dislivello percorso.
A ciò si aggiunge la presenza di una bussola elettronica molto versatile e precisa, perchè basata su un sistema di coordinate a tre assi, che ne consente l’utilizzo senza che il navigatore sia perfettamente in piano. Inoltre questa funzione fa sì che le mappe del dispositivo si orientino automaticamente nella direzione giusta.

Il Garmin Dakota 20 ha uno schermo TFT da 2,6 pollici, di tipo resistivo, retroilluminato. Gli schermi resistivi sono meno precisi e sensibili rispetto a quelli capacitivi (usati molto negli smartphone), ma in compenso possono essere adoperati con i guanti, cosa essenziale per l’uso in periodo invernale quando, in presenza di neve, è più facile perdersi.
La visibilità è generalmente buona ma ho avuto qualche difficoltà a vedere lo schermo in pieno sole. Il display è abbastanza intuitivo e può essere personalizzato impostando dei profili in base al tipo di utilizzo.

Infine la presenza di uno slot di espansione della memoria mi sembra fondamentale per caricare mappe aggiuntive. Un limite notevole del Dakota 20, come di molti GPS, è la mappa in dotazione sul dispositivo, che è una mappa mondiale poco valida per l’escursionista e la memoria interna di 850 MB non sarebbe sufficiente a contenere altre mappe.

Un confronto con il Garmin Dakota 10

Il Garmin Dakota 10 è il fratello minore del Dakota 20. Seppure del tutto simile esteticamente, ha alcune differenze cruciali.

La più importante è la mancanza di slot di espansione nel Dakota 10. A mio avviso ciò rende il Dakota 10 quasi inutile, visto che l’aggiunta di mappe specifiche per l’escursionismo è fondamentale e richiede diversi Gigabyte.

Come funzionalità nel Dakota 10 mancano:

  • altimetro
  • bussola elettronica
  • condivisione tracce, percorsi e geocache senza fili
  • sveglia e toni

In realtà quindi il Dakota 10 è un prodotto con caratteristiche molto inferiori al GPS che sto recensendo, e già solo il fatto che su di esso non possano essere caricate mappe me l’ha fatto scartare. Anche se il prezzo del Garmin Dakota 20 è superiore, sono soldi molto ben spesi perchè permettono di avere molto di più.

 

A chi serve un GPS

Se dovete fare un’escursione in una zona nuova, non conosciuta e lasciate i sentieri battuti, allora il GPS puà rivelarsi fondamentale per orientarvi, seguire la direzione programmata e soprattutto poter tornare indietro se siete in difficoltà o pensate di esservi persi (la funzione trackback vi aiuterà a percorrere a ritroso la traccia che avete seguito).

Tuttavia non pensate di affidarvi incondizionatamente al GPS. Come ogni strumento può avere dei problemi: perde il segnale o si scarica o si guasta. Per questo è meglio essere in grado di orientarsi anche con strumentazione manuale. Inoltre non pensate di trovare in una mappa GPS la precisione e i dettagli che possono esserci su una cartina escursionistica. Quindi siate prudenti.
Diverso è il caso di chi fa pochi chilometri su sentieri e cammini noti o ben segnalati, ove la possibilità di perdersi è quasi nulla. Ovviamente dovete essere comunque dotati di una mappa dettagliata del percorso prestabilito e soprattutto saperla leggere.

In definitiva ritengo che un GPS serva a chiunque pratichi l’escursionismo, sia in zone battute che fuoripista, sia per tragitti brevi che di più giorni, senza però la pretesa di farsi guidare passivamente dal GPS e perdere totalmente la “bussola”. Un po’come succede in città.

 

1 commento su “Una recensione del Garmin Dakota 20”

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