Il manubrio da cicloturismo

Eccoci qui, continuo con la mia carrellata sul cicloturismo e in questo post vi voglio parlare dei manubri da cicloturismo, cercando di aiutarvi a capire quali sono i migliori e soprattutto perché.

Comincio col dire che dovreste leggere con attenzione un articolo come questo perché il manubrio è una parte moooolto importante della bici, e lo diventa ancora di più se si sta in sella per tante ore. Quando si guarda al posizionamento in bici in maniera razionale, infatti, ci si rende conto che il nostro corpo ha pochi punti di contatto con il mezzo su cui siamo: c’è la sella, ci sono i pedali e poi c’è il manubrio.

Quindi bisogna fare attenzione a questi punti di contatto, cercando di sceglierli bene per rispondere alle nostre esigenze.

A proposito dell’argomento, ho scritto vari articoli sul tema, e vi consiglio di leggere anche quello sulle migliori bici da cicloturismo!

Il manubrio da cicloturismo: soluzione o problema?

Non spaventatevi per l’immagine qui a lato (che ho preso da Wikipedia): non voglio fare il medico da strapazzo!
Volevo però attirare la vostra attenzione su come sono fatte le nostre braccia e in particolare un nervo abbastanza importante, il nervo ulnare. Per intenderci, questo nervo è quello che dà la scossa quando prendiamo una botta su un punto preciso del gomito. Lo vedete in giallo, passa dalla parte inferiore del palmo, tra mignolo e anulare, sul lato interno del braccio e su fino alla spalla, assieme ad altri nervi.

Il problema è che il nervo ulnare è parecchio esposto, non essendo protetto da ossa, e si trova in una zona molto delicata per il posizionamento in bici. Viene infatti sollecitato parecchio da tutti gli spostamenti e sobbalzi che facciamo su superfici non troppo regolari, e quindi è importante preservarlo perché sennò poi comincia a fare male, si infiamma e in definitiva si perde tutto il bello di fare il cicloturista…

Rispetto a potenziali problemi che una posizione prolungata in bici può prolungare, il manubrio da cicloturismo può essere un toccasana o un’aggravante, e il tutto dipende da una serie abbastanza ridotta di fattori:

  • il primo lo chiamerei comodità. Se teniamo le braccia per tanto tempo in una posizione scomoda o innaturale le nostre braccia staranno scomode, e via con l’infiammazione
  • il secondo aspetto è quello della continuità: una qualsiasi posizione, tenuta per lungo tempo, può risultare pericolosa a meno che non siate di quei fachiri indiani che riescono a stare per vent’anni con un braccio alzato (sì, poi però non riescono più a muoverlo!)
  • il terzo aspetto è quello dell’ammortizzazione: se il manubrio non è elastico trasmette tutte le vibrazioni alle braccia, e le vibrazioni da qualche parte si devono fermare. Indovinate dove? Yes, nervo ulnare

Quindi in tutto questo un manubrio da cicloturismo, che per sua natura deve accompagnarci per lunghe ore in sella, deve essere comodo, cioè permetterci di mantenere una posizione non troppo innaturale. Poi deve permetterci di cambiare posizione a intervalli regolari, o quando sentiamo necessità di sgranchirci un po’ le braccia.

Deve infine essere ammortizzato in vari modi, per non trasmettere le vibrazioni dal fondo stradale al nostro corpo. Anche perché tutte le botte che prendiamo poi vanno a ripercuotersi sulla schiena.
Sotto quest’ultimo aspetto c’è da notare che credo che non ci si debba esclusivamente poggiare sulle braccia e quindi sul manubrio, ma usare per sostenersi anche quello che è chiamato il “core” ovvero la parte centrale del corpo. Bisogna avere un po’ di muscoli sulla pancia, insomma!

Ma ora veniamo al succo della questione: i manubri da cicloturismo.

Il manubrio da cicloturismo: i tipi

Con la diffusione del cicloturismo si stanno diffondendo un sacco di manopole diverse, con tecnologie costruttive differenti e forme altrettanto differenti. Vi riporto qui solo le principali

Manubrio da corsa (drop bar)

Il manubrio da corsa è quello che io ritengo migliore per il cicloturismo, ma stiamo parlando di preferenze: a me piace mantenere una posizione abbastanza raccolta quando sono in bici, e questo lo permette sicuramente.

Il classico manubrio da corsa in carbonio, bello leggero

L’aspetto più interessante del manubrio da corsa nell’ambito del cicloturismo, a parte il fatto che permette di stare rannicchiati, è che consente di avere tante posizioni diverse.
Lo si può usare come un manubrio dritto, tenendo le mani nella parte perpendicolare al suolo, oppure lo si può impugnare avvicinando le mani ai freni, facendo così compiere una rotazione ai polsi.
O ancora si può prendere dalla parte bassa o media delle corna, posizione che io trovo molto utile quando si va in salita e bisogna cercare di spingere bene sui pedali.
Il manubrio da corsa inoltre può essere rivestito con diversi tipi di nastro e questo può aiutare parecchio, anzi se siete parecchio sensibili consiglio di usare un doppio giro di nastro a gel.

Altro consiglio, se invece delle borse volete montare le borsette da bikepacking, vi conviene prendere una bici che abbia un’apertura tra i corni più ampia. In genere i manubri gravel (che vengono chiamati anche manubri woodchipper, non chiedetemi perché!) presentano questa caratteristica, con anche i corni più aperti verso l’esterno, e permettono di montare più facilmente il classico rotolo (caramella, la chiama qualcuno) da attaccare al manubrio.
Devo dire poi che un manubrio più largo farebbe comodo sulla mia Triban RC500 (la mia recensione) perché in effetti mi sono trovato un po’ in difficoltà a montarci lucina – poi ho risolto spostandola – contakilometri e portacellulare.

Manubrio a farfalla (butterfly bar)

Manubrio a farfalla, che riduce la distanza dal sellino dell’impugnatura

Il manubrio a farfalla può sembrare strano, ma è uno dei manubri migliori per cicloturismo, se non il migliore. O almeno così deve essere, se alcuni tra i più appassionati cicloviaggiatori che conosco lo hanno scelto e non lo cambierebbero per niente al mondo.
Si tratta di un manubrio con una forma strana, che assomiglia a quella delle ali di una farfalla e che permette di mantenere tante posizioni diverse quando si va in bici.
Una delle cose più interessanti di questo manubrio è che potete andare parecchio avanti con l’impugnatura, migliorando così l’aerodinamicità e quindi la velocità, ma anche indietro rispetto all’attacco del manubrio, e in questo modo viaggiate più dritti.
Sono piccole cose che possono fare la differenza per chi è un principiante del cicloturismo, e consiglio molto questo tipo di manubrio a chi comincia. Stranamente però vedo poche equipaggiate con esso, forse perché intimidisce un po’…
Però è un manubrio facile da usare, relativamente facile da installare e molto comodo.

Tra l’altro se ne trovano a prezzi molto bassi (tipo questo su Amazon), quindi anche fare una prova non è così impegnativo da un punto di vista economico. L’unico accorgimento: state attenti a scegliere il diametro giusto, i più comuni sono il 25,4 e il 31,8mm, e naturalmente la scelta dipende dall’attacco che avete.

Manubrio a corno di bue (bullhorn bars)

Il manubrio a corno di bue

Il manubrio a corno di bue è un manubrio che forse non è il massimo per il cicloturismo, almeno per come la vedo io, ma lo aggiungo per completezza e perché forse intimidisce meno rispetto ai manubri qui sopra: ha una forma più comune e comunque permette di variare un po’ la posizione delle mani, per cui meglio che niente.
Una cosa su cui fare attenzione con questo tipo di manubrio è il posizionamento dei freni: potete metterli o sulla parte dritta oppure sui due corni (probabilmente cambia qualcosa a livello di leve) ed è una scelta da fare bene perché dipende molto dal modo in cui pensate di trascorrere più tempo sulla bici: piegati in avanti? E allora metteteli sui corni. Più dritti? E allora via sulla parte dritta del manubrio!
Ah, il manubrio che vedete nella foto l’ho trovato qui.

Comunque mi ripeto: secondo me questi sono manubri più da fixed bike che da cicloturismo, anche perché ci sono soluzioni intermedie più comode che vi mostro sotto.

Manubrio piatto più accessori

Ho intitolato così questo paragrafo perché secondo me quello piatto non è il manubrio da cicloturismo migliore: certo è quello a cui siamo più abituati, quello della bici di quando eravamo piccoli, coi freni posizionati facili, l’impugnatura semplice, il posizionamento in sella comodo… E questo ci dà sicurezza, cosa che sicuramente è importante in bici.
Però un manubrio piatto non consente di cambiare posizione, e può creare i problemi di cui dicevo sopra. Ecco perché consiglio di equipaggiarlo con degli accessori, cioè:

Manopole laterali

Queste manopole sono un vero toccasana per trasformare una normale bici da città in bici da cicloturismo: sono poco impegnative, si montano in poco tempo e possono fare la differenza in vari modi.
Il primo modo in cui aiutano la postura è grazie all’allargamento dell’impugnatura: danno sostegno al polso e permettono di tenerlo più rilassato, meno angolato.
Poi chiaramente ci sono i cornetti laterali che danno l’opzione di una posizione in più sui tragitti lunghi e servono anche per non scivolare lateralmente con impugnatura piatta.
Non è il massimo della vita, secondo me, ma meglio della soluzione con il semplice manubrio piatto. Costano pochissimo (quelle nella foto sono queste) e ve le consiglio caldamente perché danno quel qualcosa in più a una bici normale.

Manubrio da triathlon

Sono stato un po’ indeciso se inserire questo tra i manubri da cicloturismo, ma vedo che è una scelta che sempre più persone fanno, quindi perché no? L’avvertenza qui è che forse questo non è proprio un manubrio per tutti, per cui prima di sceglierlo pensateci un po’ su.
C’è da dire però che potete montarlo sopra al manubrio piatto che avete già, per cui potete variare parecchio la posizione senza rinunciare a quella più classica.
In questo modo potete rannicchiarvi molto bene sul manubrio, avendo allo stesso tempo un appoggio comodo per i gomiti: non l’ho mai provato, devo essere sincero, ma sembra molto comodo, e in più c’è tutto il discorso dell’aerodinamicità. L’unica cosa è che dovete lavorarci un po’ sopra, posizionarlo proprio bene perché è una posizione un po’ particolare e magari rischiate di devastarvi la schiena.

Difetto grosso: se lo installate, poi dove montate tutto il resto? A meno che siate gente che viaggia senza nulla sul manubrio, io la vedo un po’ grigia…


Bene, direi che è tutto sull’argomento. Voi avete qualche suggerimento? Qualche configurazione preferita per la zona manubrio? Qualche accessorio che usate nei vostri viaggi? Scrivetemi un commento!


2 commenti su “Il manubrio da cicloturismo”

  1. Ciao a tutti, vorrei lasciare le mie impressioni personali sui vari manubri.
    Per quanto riguarda la curva da corsa, la trovo anche io la soluzione ottimale, specialmente nella versione woodchipper che trovo decisamente migliorata.
    Per quanto riguarda i manubri a farfalla sembrano molto adatti al cicloturismo, ma nella mia esperienza li ho trovati un po’ deludenti (ne ho provati due): solo l’impugatura laterale è comoda mentre con l’impugatura bassa le mani sono troppo vicine sia tra loro che al bacino; mentre l’impugnatura alta ha le mani troppo vicine tra loro, ma meno che con l’impugnatura bassa, e troppo lontane in avanti. Inoltre, nonostante la lunghezza gli accessori non sono affatto facili da sistemare (specialmente lo specchietto che per me deve essere in posizione comoda e funzionale).
    Altro manubrio che trovo comodo sotto ogni aspetto e il manubrio ad ali di gabbiano. Il classico manubrio flat da MTB, ma con le estremità un po’ curve all’indietro. Offre una sola impugnatura, ma molto comoda e tanto spazio per gli accessori.
    Mi fermo qui e spero di aver contribuito positivamente a questo articolo.
    Buone pedalate.

    1. Ciao Dario, grazie mille per le tue considerazioni! Hai perfettamente ragione sullo specchietto, è un accessorio che bisognerebbe sempre avere, come le luci e il casco (questo non è nemmeno un accessorio per me, è parte integrante della bici!!!).

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